La stagione 2015 della MLS ha visto tantissime sorprese. In positivo ed in negativo. Quella che più di tutte ha sorpreso in negativo e che, ad uno sguardo disattento dall'esterno, potrebbe essere paragonata all'annata dei Los Angeles Lakers in NBA è sicuramente la stagione fallimentare dei NYCFC.
Chi non ha mai visto una partita della MLS e non ne conosce il regolamento avrà sicuramente dato la colpa a Jason Kreis, l'allenatore dei newyorchesi. D'altronde NYCFC si presenta con una rosa che comprende: Frank Lampard, Andrea Pirlo, David Villa, Andoni Iraola e uno dei migliori giocatori americani come Mix Diskerud, e essendo di proprietà degli sceicchi sarà sicuramente ricchissima. Insomma, se la squadra è finita al terzultimo posto della Western Conference sarà sicuramente perché l'allenatore è un incapace.
Andando a scavare a fondo nelle macerie lasciate da questa prima stagione della franchigia creata in provetta dal City Football Group (che comprende al suo interno anche Yokohama e Melbourne City, oltre al Manchester City) possiamo comunque capire che era un fallimento annunciato. Basta aver seguito un po' in questi anni la MLS per capire che Jason Kreis è l'allenatore più rivoluzionario e preparato dell'intero sistema americano. Ha portato al successo una squadra (Real Salt Lake City, vincitore di una MLS e finalista di una Champions nordamericana sotto la sua guida) senza alcun grande vecchio del calcio europeo, ma solamente con uno zoccolo duro di fedelissimi e una serie di giovani funzionali al gioco semplice ma interessante del first-timer per eccellenza della massima serie americana.
Il primo segnale di fallimento annunciato si è visto fin dal 2014, quando Jason Kreis si è recato a Manchester per seguire in pratica un corso di apprendistato nella scuola di Manuel Pellegrini. Su questo viaggio è stato girato un documentario, che invece di esaltare l'esperienza dell'allenatore americano, sembrava, in un'atmosfera molto costruita, quasi presentare Kreis come un ospite indesiderato, e addirittura lo stesso Jason ha raccontato che qualcuno gli ha chiesto se in America il calcio è professionistico e ci si allena tutti i giorni. Come a dire che la fiducia in Kreis è stata fin da subito pari a 0, e che la sua scelta sia stata quasi un piegarsi alla normalità della figura del coach MLS-style (ex calciatore, sui 40 anni, americano) da parte della dirigenza, che avrebbe fin da subito voluto nominare Patrick Vieira, allenatore delle giovanili Citizens, come fatto effettivamente alla fine di questa stagione.
Ma è il Lampard-gate ad avere sconvolto la stagione dei newyorchesi. Molto semplicemente, dopo essersi svincolato dal Chelsea, Lampard aveva firmato un contratto con la franchigia americana, ma era stato prestato per mezza stagione al Manchester City, fino all'inizio del ritiro prestagionale in America. Peccato che Lampard si sia dimostrato decisivo per le sorti del centrocampo di Pellegrini, e a gennaio lo sceicco Mansour abbia deciso di prolungare il prestito fino a fine stagione, scatenando la rabbia (giustificata) dei tifosi della Grande Mela. Addirittura il presidente del CFG è arrivato a dichiarare che Lampard non aveva firmato nessun contratto con NYCFC, ma solo uno con il Manchester City. Alla fine, per evitare una rivolta, Lampard, a giugno, è giunto nella sua nuova squadra oltreoceano, ma stancato da una stagione massacrante (come tutte quelle inglesi) giocata quasi tutta da titolare, non si è saputo adattare alle lunghissime trasferte americane e ha avuto un andamento totalmente disastroso.
Facendo parlare il campo, l'evento scatenante del fallimento dei Citizens di Oltreoceano dal punto di vista tecnico, è stato l'acquisto di Andrea Pirlo. No, non sto impazzendo (o almeno non più di quanto non sia già pazzo normalmente),però ormai la MLS non è un campionato in cui basta essere grandi giocatori per vincere, e inoltre ci sono due frasi di Jason Kreis, precedenti alla sua avventura newyorchese che spiegano esattamente quanto dannoso sia stato l'innesto di Pirlo per NYCFC. La prima, pronunciata in una lunghissima intervista allo Sports Illustrated: «Nel mio mondo ideale, tutti i centrocampisti sono versatili. Voglio giocatori dalla mente aperta; non mi interessa uno che sia bravo sulla fascia. Per giocatore versatile intendo uno che sia così intelligente da capire le situazioni e dire: “Oh, questo è quello che il coach vuole che faccia ora”». La seconda l'ha pronunciata davanti alla stampa inglese, quando gli hanno chiesto quale fosse il rapporto di collaborazione tra Manchester City e New York City, e ha risposto che: "Purtroppo non è che possa prendere Fernandinho in prestito". Vi starete chiedendo che cosa c'entrino queste frasi con Pirlo. Beh, è semplice. La prima descrive quale sia il modello di Kreis per il centrocampo, e Pirlo è esattamente l'opposto di questo fantomatico centrocampista (anche se, a dir la verità, questo centrocampista ha nome e cognome e corrisponde a Kyle Beckerman), come Pirlo è esattamente l'opposto di Fernandinho, che poi non è altro che una versione potenziata e più fotogenica del centrocampista americano. E sorprende pensare come il primo nome che sia venuto in mente a Kreis pensando al Manchester City non sia Yaya Tourè o Vincent Kompany, ma proprio Fernandinho, che probabilmente è uno di quei giocatori che noi altri appassionati ci ricordiamo che gioca nei Citizens solamente quando lo vediamo toccare il pallone in campo.
Insomma, Pirlo è arrivato tardi, senza voglia e senza impegno, in una squadra che non ha bisogno del gioco lento e compassato del bresciano, togliendo automaticamente il posto a centrocampisti più adatti ma meno di nome, e togliendo così la possibilità a Jason Kreis di trovare l'amalgama per la sua squadra.
Ma in realtà, viste tutte queste premesse, visti gli altri giocatori meno conosciuti di NYCFC, quasi tutti scarti delle altre franchigie della MLS, fatico molto a definire quest'annata fallimentare. O almeno, è stato un fallimento per la quantità di hype che si era creata intorno a questa squadra, ma a dirla tutta, io trovo un miracolo, o comunque una grande impresa, il fatto che New York non abbia concluso la stagione all'ultimo posto. Ovviamente però questo non può essere un pensiero condiviso dai frettolosi sceicchi degli Emirati, e non può essere condivisibile neanche per un allenatore vincente e deciso come Jason Kreis, comunque non esente da colpe, come ammesso dallo stesso coach, e neanche per giocatori del calibro di Villa, Lampard e Pirlo. Eppure, tutte le scelte fatte nell'ultimo anno da Claudio Reyna (director of football della franchigia) hanno portato grossi problemi a Jason Kreis, che si è ritrovato in una situazione dalla cui credo, che passata la normale delusione per l'esonero, sia stato contento di essersi tirato fuori.
Questa annata disgraziata, comunque, ha dato al mondo un segnale. Nel 2015 ormai la MLS non è più quel tipo di campionato dove basta avere un nome nel calcio che conta per vincere, ma ci vogliono anche una squadra ben organizzata e che sia attenta anche allo sviluppo dei giovani. La MLS può finalmente considerarsi un campionato vero che offra spunti tecnici e tattici, e Jason Kreis è stato, nei suoi anni nello Utah, l'iniziatore di questa rivoluzione e di questa nuova vita del calcio americano, dopo essere stato una leggenda da calciatore fin dalla prima stagione della Major League Soccer, fin dai tempi dei campi da football adattati e dei regolamenti astrusi realizzati solo per fare spettacolo. Come disse il protagonista di questo pezzo dopo una partita vinta con RSL, "Abbiamo creduto in noi stessi più di quanto gli altri abbiano creduto in noi". Una frase che si può tranquillamente adattare anche per la MLS.
Chi non ha mai visto una partita della MLS e non ne conosce il regolamento avrà sicuramente dato la colpa a Jason Kreis, l'allenatore dei newyorchesi. D'altronde NYCFC si presenta con una rosa che comprende: Frank Lampard, Andrea Pirlo, David Villa, Andoni Iraola e uno dei migliori giocatori americani come Mix Diskerud, e essendo di proprietà degli sceicchi sarà sicuramente ricchissima. Insomma, se la squadra è finita al terzultimo posto della Western Conference sarà sicuramente perché l'allenatore è un incapace.
Andando a scavare a fondo nelle macerie lasciate da questa prima stagione della franchigia creata in provetta dal City Football Group (che comprende al suo interno anche Yokohama e Melbourne City, oltre al Manchester City) possiamo comunque capire che era un fallimento annunciato. Basta aver seguito un po' in questi anni la MLS per capire che Jason Kreis è l'allenatore più rivoluzionario e preparato dell'intero sistema americano. Ha portato al successo una squadra (Real Salt Lake City, vincitore di una MLS e finalista di una Champions nordamericana sotto la sua guida) senza alcun grande vecchio del calcio europeo, ma solamente con uno zoccolo duro di fedelissimi e una serie di giovani funzionali al gioco semplice ma interessante del first-timer per eccellenza della massima serie americana.
Il primo segnale di fallimento annunciato si è visto fin dal 2014, quando Jason Kreis si è recato a Manchester per seguire in pratica un corso di apprendistato nella scuola di Manuel Pellegrini. Su questo viaggio è stato girato un documentario, che invece di esaltare l'esperienza dell'allenatore americano, sembrava, in un'atmosfera molto costruita, quasi presentare Kreis come un ospite indesiderato, e addirittura lo stesso Jason ha raccontato che qualcuno gli ha chiesto se in America il calcio è professionistico e ci si allena tutti i giorni. Come a dire che la fiducia in Kreis è stata fin da subito pari a 0, e che la sua scelta sia stata quasi un piegarsi alla normalità della figura del coach MLS-style (ex calciatore, sui 40 anni, americano) da parte della dirigenza, che avrebbe fin da subito voluto nominare Patrick Vieira, allenatore delle giovanili Citizens, come fatto effettivamente alla fine di questa stagione.
Ma è il Lampard-gate ad avere sconvolto la stagione dei newyorchesi. Molto semplicemente, dopo essersi svincolato dal Chelsea, Lampard aveva firmato un contratto con la franchigia americana, ma era stato prestato per mezza stagione al Manchester City, fino all'inizio del ritiro prestagionale in America. Peccato che Lampard si sia dimostrato decisivo per le sorti del centrocampo di Pellegrini, e a gennaio lo sceicco Mansour abbia deciso di prolungare il prestito fino a fine stagione, scatenando la rabbia (giustificata) dei tifosi della Grande Mela. Addirittura il presidente del CFG è arrivato a dichiarare che Lampard non aveva firmato nessun contratto con NYCFC, ma solo uno con il Manchester City. Alla fine, per evitare una rivolta, Lampard, a giugno, è giunto nella sua nuova squadra oltreoceano, ma stancato da una stagione massacrante (come tutte quelle inglesi) giocata quasi tutta da titolare, non si è saputo adattare alle lunghissime trasferte americane e ha avuto un andamento totalmente disastroso.
Facendo parlare il campo, l'evento scatenante del fallimento dei Citizens di Oltreoceano dal punto di vista tecnico, è stato l'acquisto di Andrea Pirlo. No, non sto impazzendo (o almeno non più di quanto non sia già pazzo normalmente),però ormai la MLS non è un campionato in cui basta essere grandi giocatori per vincere, e inoltre ci sono due frasi di Jason Kreis, precedenti alla sua avventura newyorchese che spiegano esattamente quanto dannoso sia stato l'innesto di Pirlo per NYCFC. La prima, pronunciata in una lunghissima intervista allo Sports Illustrated: «Nel mio mondo ideale, tutti i centrocampisti sono versatili. Voglio giocatori dalla mente aperta; non mi interessa uno che sia bravo sulla fascia. Per giocatore versatile intendo uno che sia così intelligente da capire le situazioni e dire: “Oh, questo è quello che il coach vuole che faccia ora”». La seconda l'ha pronunciata davanti alla stampa inglese, quando gli hanno chiesto quale fosse il rapporto di collaborazione tra Manchester City e New York City, e ha risposto che: "Purtroppo non è che possa prendere Fernandinho in prestito". Vi starete chiedendo che cosa c'entrino queste frasi con Pirlo. Beh, è semplice. La prima descrive quale sia il modello di Kreis per il centrocampo, e Pirlo è esattamente l'opposto di questo fantomatico centrocampista (anche se, a dir la verità, questo centrocampista ha nome e cognome e corrisponde a Kyle Beckerman), come Pirlo è esattamente l'opposto di Fernandinho, che poi non è altro che una versione potenziata e più fotogenica del centrocampista americano. E sorprende pensare come il primo nome che sia venuto in mente a Kreis pensando al Manchester City non sia Yaya Tourè o Vincent Kompany, ma proprio Fernandinho, che probabilmente è uno di quei giocatori che noi altri appassionati ci ricordiamo che gioca nei Citizens solamente quando lo vediamo toccare il pallone in campo.
Insomma, Pirlo è arrivato tardi, senza voglia e senza impegno, in una squadra che non ha bisogno del gioco lento e compassato del bresciano, togliendo automaticamente il posto a centrocampisti più adatti ma meno di nome, e togliendo così la possibilità a Jason Kreis di trovare l'amalgama per la sua squadra.
Ma in realtà, viste tutte queste premesse, visti gli altri giocatori meno conosciuti di NYCFC, quasi tutti scarti delle altre franchigie della MLS, fatico molto a definire quest'annata fallimentare. O almeno, è stato un fallimento per la quantità di hype che si era creata intorno a questa squadra, ma a dirla tutta, io trovo un miracolo, o comunque una grande impresa, il fatto che New York non abbia concluso la stagione all'ultimo posto. Ovviamente però questo non può essere un pensiero condiviso dai frettolosi sceicchi degli Emirati, e non può essere condivisibile neanche per un allenatore vincente e deciso come Jason Kreis, comunque non esente da colpe, come ammesso dallo stesso coach, e neanche per giocatori del calibro di Villa, Lampard e Pirlo. Eppure, tutte le scelte fatte nell'ultimo anno da Claudio Reyna (director of football della franchigia) hanno portato grossi problemi a Jason Kreis, che si è ritrovato in una situazione dalla cui credo, che passata la normale delusione per l'esonero, sia stato contento di essersi tirato fuori.
Questa annata disgraziata, comunque, ha dato al mondo un segnale. Nel 2015 ormai la MLS non è più quel tipo di campionato dove basta avere un nome nel calcio che conta per vincere, ma ci vogliono anche una squadra ben organizzata e che sia attenta anche allo sviluppo dei giovani. La MLS può finalmente considerarsi un campionato vero che offra spunti tecnici e tattici, e Jason Kreis è stato, nei suoi anni nello Utah, l'iniziatore di questa rivoluzione e di questa nuova vita del calcio americano, dopo essere stato una leggenda da calciatore fin dalla prima stagione della Major League Soccer, fin dai tempi dei campi da football adattati e dei regolamenti astrusi realizzati solo per fare spettacolo. Come disse il protagonista di questo pezzo dopo una partita vinta con RSL, "Abbiamo creduto in noi stessi più di quanto gli altri abbiano creduto in noi". Una frase che si può tranquillamente adattare anche per la MLS.