Il poeta torinese Guido Gozzano, nel suo componimento "L'amica di nonna Speranza", contenuto nei "Colloqui" del 1911, utilizza, per definire un qualcosa di estremamente kitsch, la definizione "le buone cose di pessimo gusto", ed è probabilmente la definizione più azzeccata che si possa fare di questo termine, di origine tedesca, che nella cultura moderna troppe volte ormai sfocia nel trash più totale.
L'Eurovision Song Contest, il più grande concorso musicale d'Europa, nonchè lo show televisivo non sportivo più visto al mondo, è in realtà nulla più di un evento estremamente kitsch che punta molto spesso sulla grandezza della presentazione e sulla smielosità dei sentimenti. Proprio per questo, io trovo l'ESC really really fucking awesome.Normalmente non sono presenti grandi autori, le canzoni sono orecchiabili e alcune apprezzabili, ma soprattutto è divertentissimo vedere come quelle canzoni brutte vengano poi rappresentate sul palco in maniera assolutamente pazza.
Purtroppo l'ultima edizione viennese, nonostante un livello musicale molto più alto (anche a livello autoriale, con un genio come Morland a rappresentare la Norvegia con Debrah Scarlett), si è molto appiattita, molte canzoni erano non solo bruttine e sentite centinaia di volte, ma soprattutto piatte, smielose e noiose. Questo ha favorito il dominio totale della Svezia (canzone dance con una scenografia pazzesca), che ha vinto, Russia (che rappresentava la migliore tra le ballad piatte e deboli di cui sopra) e Italia (che presentava il Volo, un qualcosa di molto vicino ai tipici stereotipi italiani al limite del trash, ma molto lontano dal tipico stereotipo eurovisivo). E ne hanno guadagnato un ottimo piazzamento anche canzoni differenti dalla media come il Belgio (con quel genio di Loic Nottet), Lettonia (canzone semplicemente splendida), Norvegia (il testo più bello dell'intera edizione, anche se con la stessa allegria di una canzone di Adele), Estonia e Australia (la prima molto country, la seconda molto vicina allo stile di un Bruno Mars più elegante).
Ma alla fine l'Eurovision è stato per anni il regno del kitsch e sinceramente spero di rivederlo già sul palco della Globen Arena di Stoccolma il prossimo maggio. Ecco però il The Best Of Eurovision Kitsch. Godetevi lo spettacolo, ci sarà da divertirsi.
Le nonnine della Grande Madre Russia
Si, esatto, sul palco dell'Eurovision si sono presentate un gruppo di stonatissime nonnine di uno sperdutissimo villaggio dell'Udmurtia (no, non è un paese di fantasia come Narnia), che addirittura nella finale di selezione russa avevano sconfitto due leggende della musica russa come Dima Bilan (vincitore dell'Eurovision 2008) e Julia Volkova (una delle due t.A.T.u.). Si presentavano sul palco tirando fuori da un forno dei simpatici biscottini preparati con le loro mani e poi improvvisamente si scatenavano in una canzone tunz-paraparatunz di Serie B. Bene, cari lettori, queste simpatiche vecchine sono arrivate seconde. Si, esattamente, dietro al tormentone "Euphoria" e davanti, tra gli altri, alla nostra Nina Zilli e ad un pezzo in lingua estone che vorrebbe dire "Ascolta", ma che in italiano ha un significato leggermente diverso..
Come è possibile che una canzone del genere abbia raccolto tutto questo successo nonostante a decidere il risultato finale fosse al 50% una giuria di qualità? Perchè molto semplicemente, le nonnine sono state bombardate di televoti (anche dall'Italia) per la loro simpatia, e il pubblico eurovisivo apprezza questo tipo di canzoni, se presenti in minima parte ad edizione.
Occupy TVE
Nel 2008, con l'obiettivo di sabotare la selezione nazionale spagnola organizzata dalla TVE in collaborazione con Raffaella Carrà, la tv concorrente de La Sexta iscrisse alla gara questa "canzone" interpretata dal personaggio del comico David Fernandez Ortiz, Rodolfo Chikilicuatre. La canzone, nonostante le immense polemiche, ha un successo clamoroso, e non solo si qualifica all'Eurovision, dove finirà nelle retrovie, ma vince anche un disco di platino e diventa uno dei successi radiofonici della stagione estiva. Un pezzo in cui il performer si presenta sul palco con una chitarrina per bambini, con delle ballerine che non seguono la musica, una roba del genere, ha vinto il disco di Platino. Dai raga, c'è speranza per tutti, posso ancora sperare di vincere il pallone d'oro!
Gli Zdob si Zdub
Questo gruppo, dal nome alquanto complicato, è un gruppo punk di estremo successo in Moldavia, il loro paese. Hanno rappresentato, all'esordio, il loro paese nel 2005, portando sul palco una canzone che vuol dire "la nonna suona la grancassa" e facendosi accompagnare.... da una nonna che suona la grancassa. Questa pazzia raccoglierà un discreto successo, anzi, più che discreto successo, il loro quinto posto è infatti ancora oggi il miglior risultato del paese nella competizione. Non contenti, dopo aver aperto nel 2008 il concerto dei Red Hot Chili Peppers a Mosca, si ripresentano nel 2011, a Dusseldorf, con degli assurdi cappelli in testa e accompagnati da una simpatica giovane in monociclo. ll lato Punk dell'Eurokitsch.
Verka Serduchka
Perdonatemi se vi ho piazzato questa "perla" musicale così all'improvviso, probabilmente sono rimasto anche io colpito dall'effetto che avrà colpito migliaia di spettatori di tutta Europa. perchè sennò non mi spiego come possa essere arrivata (anche questa) al secondo posto. Si, sicuramente è stato così. La coreografia e le luci psichedeliche hanno ipnotizzato il pubblico televisivo che ha avuto la scioccante idea di schiacciare il tasto del loro telefono equivalente al codice della rappresentante ucraina.
Verka Serduchka, nome d'arte di Andrij Danylko, è una drag queen ucraina di grande successo in un paese pieno di governanti omofobi come molti paesi ex-sovietici, e ha sorpreso tutti ad Helsinki, finendo clamorosamente dietro alla strafavorita Serbia, rappresentata poi da una donna che si è scoperta essere molto vicina al partito ultra-omofobo serbo. Per i giornalisti che seguirono la sua edizione era un simbolo dei diritti degli LGBT, una specie di Conchita Wurst ante litteram, con la metà del talento, e con un quarto del successo internazionale della austriaca, che il trofeo lo ha portato a casa nel 2014.
I tremendi gemellini Irlandesi
Non avrei voluto essere nei panni dei signori Grimes, costretti fin dal 1991 a crescere questi due gemelli assolutamente pazzi. Deve essere stato un qualcosa di tremendo. Sono abbastanza sicuro che i genitori, stanchissimi dal lavoro extra procurato dai figli, li abbiano spinti verso la musica per farli stancare un po'. Probabilmente mai si sarebbero aspettati di vederli arrivare in cima alle classifiche britanniche, e mai si sarebbero aspettati di vederli correre come pazzi con dei capelli improponibili e con delle spalline che neanche la Carrà (a proposito, la Raffaella nazionale, che commentava per l'Italia, ha adorato i due Jedward) ai tempi d'oro. Ma la cosa assolutamente sconvolgente per me è la scenografia. Assurda. Dimostra anche la grandezza dei mezzi di uno spettacolo come l'Eurovision.
La cosa "bella" è che ci hanno riprovato l'anno dopo, ottenendo un risultato peggiore dell'ottavo posto tedesco, ma presentandosi sul palco con un costume argentato e con una fontana sul palco. Devo dire altro?
Il Tacchino Dustin
Non so chi abbia gestito per anni il meccanismo di selezione eurovisivo per la RTé, la tv nazionale irlandese, ma se lo sapessi sarebbe sicuramente bello chiedergli il numero del suo pusher, perché evidentemente gli ha passato molta roba buona. In pratica hanno preso Dodo dell'Albero Azzurro, lo hanno piazzato su un carro pieno di festoni e gli hanno fatto starnazzare per tre minuti "Irelande douze pointe" (la formula tipica che utilizzano gli spokeperson quando annunciano i voti durante la finale), accompagnato da un inquietante personaggio che somiglia tremendamente alla polacca Sophie, la vicina di casa di Max&Caroline in 2Broke Girls.
Quelli che avevano chiaro cosa volevano fare
Nell'edizione più pazza della storia eurovisiva, che ha visto la vittoria del gruppo più lontano dal tipico stile pop dell'Eurovision, ovvero i Lordi, la Lituania decide di schierare un ensemble estremamente particolare come quello degli LT United, che cantano in pratica per tutta la durata della canzone "We are the winners of the Eurovision". Se quello era veramente il loro obiettivo, beh, hanno fallito, ma il quinto posto ottenuto è un qualcosa di fantastico sia per la nazione, poco abituata a risultati del genere, sia per la canzone.
P.S. Il tizio che sembra un ragioniere e che poi sul finale si scatena è il pezzo forte dell'esibizione
Golf Cart sul palco
L'esibizione più surreale del Contest europeo non poteva che portarla la Francia. In pratica la versione musicale di un quadro di Magritte, o di una poesia di Breton, portata in scena da un cantante che ha un'inquietante somiglianza con Salvador Dalì, e che si presenta sulla scena accompagnato da una golf cart, portando con se un pallone gonfiabile. Una canzone assurda e estremamente sperimentale, che addirittura vede, ad un certo punto, Sebastien Tellier, questo il nome del cantante, inginocchiarsi come a pregare (d'altronde la sua canzone è chiamata "Divine").
Ma la vera perla forse non la hanno notata tutti, ovvero la presenza di coristi travestiti con barba e occhiali da sole neri, fermi immobili sullo sfondo destro della scena.
Tutto questo è accaduto realmente, ma se lo avessi visto su una tela di Joan Mirò ne sarei rimasto molto meno sorpreso.
The WORST song Ever.
Molto semplicemente, non ci sono altre parole per descriverla. E non l'ha portata in scena un paesello come San Marino, ma la più grande potenza musicale europea, ovvero il Regno Unito, che giustamente, con la tremenda "Cry Baby" (e ne abbiamo ben donde di piangere) dei Jemini (i più stonati che si siano mai visti sul palco dell'ESC), ha raccolto il suo primo (e unico per ora) nul points della loro storia eurovisiva.
Avete ragione, questo non è kitsch, semplicemente tremendo, però mi sembrava giusto concludere l'articolo dimostrandovi che l'ESC non è affatto solo rose e fiori.
Da questa sfilata dell'ultra kitsch in salsa europea ho deciso di saltare alcune perle. Ad esempio ho saltato la gattina islandese, la regina del Burlesque che accompagna il duo tedesco appena teletrasportato dagli anni 90, i Power rangers islandesi (o i Teletubbies, se preferite), la versione serba di Krusty, la NASA montenegrina. E chissà quante altre me ne sono dimenticate.
Certamente l'Eurovision Song Contest è il più grane spettacolo musicale di Europa, ed è un modo unico di unire tutte le nazioni di Europa (e non solo), e per questo, oggi più che mai, abbiamo bisogno di un grande spettacolo come questo, anche se casomai esagerato e kitsch (o anche peggio trash). Good Evening Europe. Let the Eurovision Song Contest begin.
L'Eurovision Song Contest, il più grande concorso musicale d'Europa, nonchè lo show televisivo non sportivo più visto al mondo, è in realtà nulla più di un evento estremamente kitsch che punta molto spesso sulla grandezza della presentazione e sulla smielosità dei sentimenti. Proprio per questo, io trovo l'ESC really really fucking awesome.Normalmente non sono presenti grandi autori, le canzoni sono orecchiabili e alcune apprezzabili, ma soprattutto è divertentissimo vedere come quelle canzoni brutte vengano poi rappresentate sul palco in maniera assolutamente pazza.
Purtroppo l'ultima edizione viennese, nonostante un livello musicale molto più alto (anche a livello autoriale, con un genio come Morland a rappresentare la Norvegia con Debrah Scarlett), si è molto appiattita, molte canzoni erano non solo bruttine e sentite centinaia di volte, ma soprattutto piatte, smielose e noiose. Questo ha favorito il dominio totale della Svezia (canzone dance con una scenografia pazzesca), che ha vinto, Russia (che rappresentava la migliore tra le ballad piatte e deboli di cui sopra) e Italia (che presentava il Volo, un qualcosa di molto vicino ai tipici stereotipi italiani al limite del trash, ma molto lontano dal tipico stereotipo eurovisivo). E ne hanno guadagnato un ottimo piazzamento anche canzoni differenti dalla media come il Belgio (con quel genio di Loic Nottet), Lettonia (canzone semplicemente splendida), Norvegia (il testo più bello dell'intera edizione, anche se con la stessa allegria di una canzone di Adele), Estonia e Australia (la prima molto country, la seconda molto vicina allo stile di un Bruno Mars più elegante).
Ma alla fine l'Eurovision è stato per anni il regno del kitsch e sinceramente spero di rivederlo già sul palco della Globen Arena di Stoccolma il prossimo maggio. Ecco però il The Best Of Eurovision Kitsch. Godetevi lo spettacolo, ci sarà da divertirsi.
Le nonnine della Grande Madre Russia
Si, esatto, sul palco dell'Eurovision si sono presentate un gruppo di stonatissime nonnine di uno sperdutissimo villaggio dell'Udmurtia (no, non è un paese di fantasia come Narnia), che addirittura nella finale di selezione russa avevano sconfitto due leggende della musica russa come Dima Bilan (vincitore dell'Eurovision 2008) e Julia Volkova (una delle due t.A.T.u.). Si presentavano sul palco tirando fuori da un forno dei simpatici biscottini preparati con le loro mani e poi improvvisamente si scatenavano in una canzone tunz-paraparatunz di Serie B. Bene, cari lettori, queste simpatiche vecchine sono arrivate seconde. Si, esattamente, dietro al tormentone "Euphoria" e davanti, tra gli altri, alla nostra Nina Zilli e ad un pezzo in lingua estone che vorrebbe dire "Ascolta", ma che in italiano ha un significato leggermente diverso..
Come è possibile che una canzone del genere abbia raccolto tutto questo successo nonostante a decidere il risultato finale fosse al 50% una giuria di qualità? Perchè molto semplicemente, le nonnine sono state bombardate di televoti (anche dall'Italia) per la loro simpatia, e il pubblico eurovisivo apprezza questo tipo di canzoni, se presenti in minima parte ad edizione.
Occupy TVE
Nel 2008, con l'obiettivo di sabotare la selezione nazionale spagnola organizzata dalla TVE in collaborazione con Raffaella Carrà, la tv concorrente de La Sexta iscrisse alla gara questa "canzone" interpretata dal personaggio del comico David Fernandez Ortiz, Rodolfo Chikilicuatre. La canzone, nonostante le immense polemiche, ha un successo clamoroso, e non solo si qualifica all'Eurovision, dove finirà nelle retrovie, ma vince anche un disco di platino e diventa uno dei successi radiofonici della stagione estiva. Un pezzo in cui il performer si presenta sul palco con una chitarrina per bambini, con delle ballerine che non seguono la musica, una roba del genere, ha vinto il disco di Platino. Dai raga, c'è speranza per tutti, posso ancora sperare di vincere il pallone d'oro!
Gli Zdob si Zdub
Questo gruppo, dal nome alquanto complicato, è un gruppo punk di estremo successo in Moldavia, il loro paese. Hanno rappresentato, all'esordio, il loro paese nel 2005, portando sul palco una canzone che vuol dire "la nonna suona la grancassa" e facendosi accompagnare.... da una nonna che suona la grancassa. Questa pazzia raccoglierà un discreto successo, anzi, più che discreto successo, il loro quinto posto è infatti ancora oggi il miglior risultato del paese nella competizione. Non contenti, dopo aver aperto nel 2008 il concerto dei Red Hot Chili Peppers a Mosca, si ripresentano nel 2011, a Dusseldorf, con degli assurdi cappelli in testa e accompagnati da una simpatica giovane in monociclo. ll lato Punk dell'Eurokitsch.
Verka Serduchka
Perdonatemi se vi ho piazzato questa "perla" musicale così all'improvviso, probabilmente sono rimasto anche io colpito dall'effetto che avrà colpito migliaia di spettatori di tutta Europa. perchè sennò non mi spiego come possa essere arrivata (anche questa) al secondo posto. Si, sicuramente è stato così. La coreografia e le luci psichedeliche hanno ipnotizzato il pubblico televisivo che ha avuto la scioccante idea di schiacciare il tasto del loro telefono equivalente al codice della rappresentante ucraina.
Verka Serduchka, nome d'arte di Andrij Danylko, è una drag queen ucraina di grande successo in un paese pieno di governanti omofobi come molti paesi ex-sovietici, e ha sorpreso tutti ad Helsinki, finendo clamorosamente dietro alla strafavorita Serbia, rappresentata poi da una donna che si è scoperta essere molto vicina al partito ultra-omofobo serbo. Per i giornalisti che seguirono la sua edizione era un simbolo dei diritti degli LGBT, una specie di Conchita Wurst ante litteram, con la metà del talento, e con un quarto del successo internazionale della austriaca, che il trofeo lo ha portato a casa nel 2014.
I tremendi gemellini Irlandesi
Non avrei voluto essere nei panni dei signori Grimes, costretti fin dal 1991 a crescere questi due gemelli assolutamente pazzi. Deve essere stato un qualcosa di tremendo. Sono abbastanza sicuro che i genitori, stanchissimi dal lavoro extra procurato dai figli, li abbiano spinti verso la musica per farli stancare un po'. Probabilmente mai si sarebbero aspettati di vederli arrivare in cima alle classifiche britanniche, e mai si sarebbero aspettati di vederli correre come pazzi con dei capelli improponibili e con delle spalline che neanche la Carrà (a proposito, la Raffaella nazionale, che commentava per l'Italia, ha adorato i due Jedward) ai tempi d'oro. Ma la cosa assolutamente sconvolgente per me è la scenografia. Assurda. Dimostra anche la grandezza dei mezzi di uno spettacolo come l'Eurovision.
La cosa "bella" è che ci hanno riprovato l'anno dopo, ottenendo un risultato peggiore dell'ottavo posto tedesco, ma presentandosi sul palco con un costume argentato e con una fontana sul palco. Devo dire altro?
Il Tacchino Dustin
Non so chi abbia gestito per anni il meccanismo di selezione eurovisivo per la RTé, la tv nazionale irlandese, ma se lo sapessi sarebbe sicuramente bello chiedergli il numero del suo pusher, perché evidentemente gli ha passato molta roba buona. In pratica hanno preso Dodo dell'Albero Azzurro, lo hanno piazzato su un carro pieno di festoni e gli hanno fatto starnazzare per tre minuti "Irelande douze pointe" (la formula tipica che utilizzano gli spokeperson quando annunciano i voti durante la finale), accompagnato da un inquietante personaggio che somiglia tremendamente alla polacca Sophie, la vicina di casa di Max&Caroline in 2Broke Girls.
Quelli che avevano chiaro cosa volevano fare
Nell'edizione più pazza della storia eurovisiva, che ha visto la vittoria del gruppo più lontano dal tipico stile pop dell'Eurovision, ovvero i Lordi, la Lituania decide di schierare un ensemble estremamente particolare come quello degli LT United, che cantano in pratica per tutta la durata della canzone "We are the winners of the Eurovision". Se quello era veramente il loro obiettivo, beh, hanno fallito, ma il quinto posto ottenuto è un qualcosa di fantastico sia per la nazione, poco abituata a risultati del genere, sia per la canzone.
P.S. Il tizio che sembra un ragioniere e che poi sul finale si scatena è il pezzo forte dell'esibizione
Golf Cart sul palco
L'esibizione più surreale del Contest europeo non poteva che portarla la Francia. In pratica la versione musicale di un quadro di Magritte, o di una poesia di Breton, portata in scena da un cantante che ha un'inquietante somiglianza con Salvador Dalì, e che si presenta sulla scena accompagnato da una golf cart, portando con se un pallone gonfiabile. Una canzone assurda e estremamente sperimentale, che addirittura vede, ad un certo punto, Sebastien Tellier, questo il nome del cantante, inginocchiarsi come a pregare (d'altronde la sua canzone è chiamata "Divine").
Ma la vera perla forse non la hanno notata tutti, ovvero la presenza di coristi travestiti con barba e occhiali da sole neri, fermi immobili sullo sfondo destro della scena.
Tutto questo è accaduto realmente, ma se lo avessi visto su una tela di Joan Mirò ne sarei rimasto molto meno sorpreso.
The WORST song Ever.
Molto semplicemente, non ci sono altre parole per descriverla. E non l'ha portata in scena un paesello come San Marino, ma la più grande potenza musicale europea, ovvero il Regno Unito, che giustamente, con la tremenda "Cry Baby" (e ne abbiamo ben donde di piangere) dei Jemini (i più stonati che si siano mai visti sul palco dell'ESC), ha raccolto il suo primo (e unico per ora) nul points della loro storia eurovisiva.
Avete ragione, questo non è kitsch, semplicemente tremendo, però mi sembrava giusto concludere l'articolo dimostrandovi che l'ESC non è affatto solo rose e fiori.
Da questa sfilata dell'ultra kitsch in salsa europea ho deciso di saltare alcune perle. Ad esempio ho saltato la gattina islandese, la regina del Burlesque che accompagna il duo tedesco appena teletrasportato dagli anni 90, i Power rangers islandesi (o i Teletubbies, se preferite), la versione serba di Krusty, la NASA montenegrina. E chissà quante altre me ne sono dimenticate.
Certamente l'Eurovision Song Contest è il più grane spettacolo musicale di Europa, ed è un modo unico di unire tutte le nazioni di Europa (e non solo), e per questo, oggi più che mai, abbiamo bisogno di un grande spettacolo come questo, anche se casomai esagerato e kitsch (o anche peggio trash). Good Evening Europe. Let the Eurovision Song Contest begin.