Se amate il calcio sarete sicuramente consapevoli delle enormi rivalità che si insinuano all'interno di nazioni, regioni e città; insomma, dovunque si possa vedere un pallone rotolare. Ogni nazione ha le sue grandi rivalità e si capisce la nerdaggine di un appassionato calciofilo in base alla sua conoscenza di queste rivalità:
In Italia, a Roma abbiamo Roma-Lazio; in Francia c'è OL-Saint Etienne; in Inghilterra abbiamo un'infinità di derby londinesi (con Arsenal-Tottenham che probabilmente raggiunge le temperature più alte); in Turchia abbiamo Galatasaray-Fenerbahce; in Grecia abbiamo Olympiakos-Panathinaikos, e addirittura in Irlanda del Nord abbiamo Linfield-Glentoran, dove la rivalità sfocia in un odio totale e incontrastabile.
Ma non solo in Europa ci sono rivalità pesanti. Anche, anzi, oserei dire sopratutto, nel continente americano i derby sono innumerevoli e purtroppo molto spesso accade anche di assistere ad episodi spiacevoli. Se Boca Juniors-River Plate è la rivalità più celebrata del mondo (insieme all'Old Firm scozzese tra Rangers e Celtic), non vanno dimenticate Estudiante-Gimnasia e Racing-Independiente, sempre in territorio argentino, ma anche Santos-San Paolo in Brasile, Nacional-Penarol in Uruguay e Chivas-Club America in Messico.
E negli Stati Uniti?
Penserete voi che in un paese così lontano dalla cultura calcistica europea possano essersi sviluppate, nei soli vent'anni della Major League Soccer, delle rivalità così forti e di così grande impatto. Invece questa rivalità esistono, anche se non hanno lo stesso eco sui media internazionali rispetto a quelle euro-sudamericane.
La rivalità a cui mi riferisco però non è quella recente e per il momento senza storia tra New York Red Bulls e i quasi neonati New York City FC, che si dovrebbero contendere il dominio della Grande Mela, e neanche quella californiana tra San Josè Earthquakes e LA Galaxy, che si sfidano nel #CaliClasico, che però hanno in comune molte cose, non ultimo il calciatore più forte della loro storia.
La più grande rivalità del calcio americano è quella, estremamente legata al territorio tra Seattle Sounders e Portland Timbers.
La rivalità tra queste due squadre, o meglio dire tra queste due città, risale al 1975, anno del primo scontro nella NASL tra le due rappresentanti calcistiche delle città che, a differenza di molte franchigie passate dalla NASL alla odierna MLS, hanno mantenuto intatto anche il loro nome.
A dir la verità, l'origine di questa rivalry andrebbe ricercata nelle sfide delle minors di hockey su ghiaccio tra Portland Buckaroos e Seattle Totems, e da lì si sarebbe "naturalmente trasportata", come dicono i fan, anche nel calcio, ma non solo. Perché la NBA ha ospitato per anni anche i Seattle SuperSonics, che fino al 2008, anno del loro spostamento ad Oklahoma City, affrontavano i Portland Trailblazers nella cosiddetta Battle of I-5, dal nome della superstrada che collega le due città, che per pochi chilometri sono divisi in due stati differenti: Seattle in quello di Washington, mentre Portland si trova nei boscosi territori dell'Oregon (da cui derivano il nome della squadra e alcune curiose usanze che approfondiremo in seguito).
Come detto il primo incontro tra le due squadre risale alla stagione 1975 della NASL, annata inaugurale per la franchigia di Portland, che nella prima gara della sua storia si ritrovò subito ad ospitare nella propria casa, il Portland Civic Stadium (adesso meglio noto come Providence Park, che ancora ospita le gare casalinghe dei Timbers), i per niente amati vicini. Vince Seattle 1-0, dando inizio ad un duello estremamente squilibrato, che ebbe il suo nirvana nel 5-1 del 30 giugno 1979, quando i rave green & Sounders blue, grazie ad una tripletta dell'ex Chelsea Derek Smethurst, umiliarono nel Kingdome di Seattle i loro rivali storici. Da quel giorno nessun match della rivalry vedrà un divario così ampio tra le due squadre, segnando quindi un record negativo per i Timbers.
Ma la storia della NASL non era destinata a durare a lungo, e così, dopo lunghe sofferenze economiche dovute alle spese pazze degli anni precedenti (vedere alla voce stipendi dei vari Cruijff, Pelé, Chinaglia, Banks), la Lega chiuse nel 1984, alla fine della stagione che aveva visto per la seconda volta nella loro storia i Chicago Sting campioni. Per questo motivo la rivalità tra Timbers e Sounders si sopì, e si spostò su altri campi, preferibilmente indoor, come quelli del calcio al coperto (appunto soccer indoor) e, come già detto, del basket.
Se al momento vi trovate qui su questo sito, a leggere questo pezzo, penso sia evidente che questa rivalità sia riuscita a ricostruirsi anche sull'erba verde come le magliette dei due club. Più precisamente il sangue ricomincia a scorrere (ovviamente in maniera metaforica, perché in America ancora non sono arrivati a questo livello) nella USL, quella che è considerabile come la terza lega americana per importanza, e che è l'incubatrice dei futuri expansion team della MLS. Nella stagione 2001 i Portland Timbers entrano a far parte di questa Lega, ospitando, nel maggio di quella stagione, i rivali, nello stesso stadio in cui tutto era cominciato ventisei anni prima, e vede ancora una volta vincere i cugini "cattivi" di Seattle, stavolta con un punteggio di 2-0.
La USL però, a dir la verità, non sembra proprio una lega con un grande futuro calcistico, molto meglio la MLS, che dopo aver abbandonato un regolamento molto yankee per abbracciare le leggi della FIFA, è pian piano cresciuta sotto la spinta di Don Garber e si vuole presentare al mondo come lega più cool del calcio mondiale, e per farlo c'è bisogno anche di un club che porti in alto il simbolo della coolness. Concetto condiviso anche da Adrian Hanauer, Joe Roth, Paul Allen e Drew Carey, che pochi di voi conosceranno ma sono uomini dotati di un'invidiabile patrimonio personale e anche di qualche buona idea (Allen ad esempio è il cofondatore di Microsoft). Ed è così che il 13 novembre 2007 viene annunciato il nuovo expansion team della MLS, i Seattle Sounders appunto, che subito si impongono come uno dei club più importanti della lega non solo meramente a livello di marketing, ma anche dal punto di vista tecnico. La prima partita, di fronte alla considerevole cifra di oltre trentaduemila tifosi, assiepati sulle tribune del CenturyLink Field (stadio di una bellezza sconvolgente, con e senza tifosi), la nuova franchigia, con addosso la sua STUPENDA maglia rave green (ovvero, il colore delle foreste della regione di Cascadia), sconfisse con un netto 3-0 i New York Red Bulls che poco dopo avrebbero ospitato in squadra il secondo giocatore più popolare della Major League dopo l'irraggiungibile David Beckham.
La squadra è allenata dal tedesco Sigi Schmid, che è letteralmente l'unico ad essersi mai seduto su quelle panchine da capo allenatore, visto che è in carica dall'anno prima all'esordio nella massima serie, e nei primi anni ottiene risultati altalenanti in campionato, dominando però la coppa nazionale (e anche lì sconfissero più volte i rivali dell'Oregon), vinta sempre nel triennio 2009-2010-2011.
Proprio quest'ultimo anno permette alla rivalità di esplodere e di vivere la sua fase più importante. All'inizio del 2009 infatti altri due expansion team si preparano all'esordio, e casualmente sono proprio gli altri due team della regione di Cascadia (o Pacific Northwest se preferite): i canadesi del Vancouver Whitecaps e i Portland Timbers, appunto. Le tre tifoserie decidono in questa maniera di mettere in palio la cosiddetta Cascadia Cup per il club che, nel corso della regular season, abbia totalizzato il maggior numero di punti negli scontri diretti tra le tre franchigie. Se pensate che questa sia una cosa assurda, sappiate che non è l'unico torneo tra rivali che esiste nella MLS, ma anzi ogni anno esiste sempre la #RivalryWeek, nella quale avvengono solamente incontri tra squadre impegnate nei vari derby, o meglio, nelle varie rivalry, come le chiamano loro.
I Caps però, hanno già altre rivali molto forti da fronteggiare e i tifosi sono costretti per forza maggiore a dividere il loro "odio" (ci tengo a sottolineare le virgolette) non solo con Timbers e Sounders, ma anche con i connazionali Montreal Impact e Toronto FC, quindi il cuore della Cascadia vive per gli scontri tra due squadre, o meglio tra due entità indissolubili con la città che rappresentano, le due franchigie appunto di cui stiamo parlando in questo articolo.
Seattle è una città moderna, dallo skyline quasi marziano, dominata dalla Space Needle, che è anche il simbolo del club. E i Sounders sono una squadra futuristica per lo stadio (a detta di molti più simile ad una navicella spaziale) e per il concept delle loro magliette, che a volte trascende anche dalla pur fantasiosa scelta dei colori sociali. Se poi vogliamo dirla proprio tutta Seattle sarebbe la città del grunge e i Sounders di grounge hanno ben poco.
BEH ODDIO...
Portland invece è la città dove si è formata la cultura hipster, dove, nella centrale Pioneer Courthouse Square, i giovani alternativi indossano camicie a quadri da taglialegna (grazie, venti metri fuori dalla città è pieno così di foreste...) e si incontrano disquisendo su argomenti vari quali l'ultimo album degli Arcade Fire. I Portland Timbers sono effettivamente la squadra più hipster del mondo del calcio. Sarà perché in difesa sono guidati dalla barba importante di Nat Borchers, sarà perché hanno una delle tifoserie più calde non d'America, ma del mondo, o (probabilmente) sarà perché uno dei loro capi tifosi, all'interno del Providence Park (ma in occasioni importanti come la finale di MLS Cup dello scorso anno anche in trasferta) è Timber Joey.
Timber Joey, come dimostra il nome (timber in inglese vuol dire legname), è un taglialegna, e nemmeno quando va allo stadio rinuncia alla propria motosega. Infatti, all'interno dello stadio è presente un tronco d'albero, a cui, dopo ogni gol dei padroni di casa, Timber Joey provvede a togliere un cerchio, che a fine gara viene donato all'autore del gol.
Andando a scorrere i risultati delle singole partite, e andando a rivedere i giocatori che hanno indossato queste due maglie nel corso degli anni, verrebbe quasi naturale dire che l'ago della bilancia della rivalry pende nettamente verso lo stato di Washington, con i Sounders che hanno dominato più volte gli incontri fra le due e che possono vantare un palmares più alto, ma tutto ciò è riequilibrato dal trofeo più importante, quello di campioni della MLS, che i Timbers sono riusciti ad alzare proprio lo scorso anno, al termine di una cavalcata ai playoff esaltante, e che i Sounders si sono visti sfuggire sempre, nonostante una regular season dominata nel 2014, nonostante Oba Oba Martins e sopratutto nonostante Clint Dempsey.
E allora chi è il vero re della rivalry Portland-Seattle? Non lo so, e non penso che esista, almeno al momento. Sono entrambe squadre particolari, con una storia e le proprie particolarità. Ma adesso che avete scoperto la loro storia, voi per chi parteggiate? Per i cool, ricchi ed eleganti Sounders, o per gli hipster per eccellenza di Portland? A voi la scelta, io spero solo di avervi dato abbastanza materiale per decidere.