Se andate nello Utah e chiedete ad un appassionato di sport che cosa sia "The Diamond" state pur certi che quello non vi risponderà con il diamante del campo da baseball, che per anni è stato lo sport degli americani. D'altronde non esiste nella MLB una franchigia che rappresenti Salt Lake, capoluogo dello stato, la città ospitante delle Olimpiadi invernali del 2002.
Per gli Utahns, il diamante non è altro che lo schema (il 4-4-2) che ha portato la loro franchigia calcistica, il Real Salt Lake, a qualificarsi per sette anni consecutivi ai playoff della Major League Soccer. Il fulcro di questo sistema, creato da Jason Kreis, l'allenatore più innovativo ed "europeo" della MLS, si chiama Kyle Beckerman.
Per descrivere in maniera corretta il capitano della Red&Blue Army non ci si può fermare solo alle apparenze, e neanche alle sole statistiche. Non basta citare le 377 presenze nel massimo campionato americano, record assoluto della lega. Non basta definirlo come un hipster con i capelli rasta che non vengono tagliati da 10 anni, non basta definirlo un centrocampista lento ma con i polmoni d'acciaio.
Anche perché dal punto di vista tecnico Kyle Beckerman non è affatto da buttare, tutt'altro.
Kyle Beckerman è un uomo che non ama le interviste, ma che fuori dal campo è sempre gentile e disponibile con tutti i fans. Ma Kyle Beckerman è anche e soprattutto l'uomo ossessionato dal pallone, quello iper competitivo anche in allenamento, quello che vive sempre con il sacro fuoco del calcio nel suo cuore, come fosse un tempio romano. Kyle Beckerman da Crofton, Maryland, rappresenta lo spirito degli underdogs in persona, rappresenta l'anima di Real Salt Lake, quello che la franchigia ha sempre voluto simboleggiare e che oggi, dopo anni di successi, può orgogliosamente dire di essere fino all'ultimo centimetro della maglietta oro, rosso e blu.
Eppure tutto questo sarebbe potuto non accadere.
Nel 2007 Kyle era la stella del centrocampo dei Colorado Rapids e veniva dalla sua migliore stagione in termini realizzativi, dove aveva segnato sette gol (che ancora oggi è il suo record personale), e non aveva la benché minima intenzione di andarsene. Ma non aveva fatto i conti con Fernando Clavijo, nominato proprio in quella stagione head coach dei Rapids. Basta un piccolo screzio con l'uruguagio per finire subito sulla lista di sbarco del club.
John Ellinger è l'uomo decisivo per la trade che porterà Kyle nella sua nuova casa. Nominato direttore generale di Real Salt Lake, colui che aveva allenato Beckerman nella mitica spedizione della Nazionale u-17 americana al mondiale neozelandese del 1999 conclusasi con il quarto posto e l'eliminazione dei fortissimi argentini. Capite le intenzioni di Clavijo Ellinger si fionda subito ad offrire ai Rapids Mehdy Ballouchy, centrocampista marocchino seconda scelta al Superdraft 2006, che adesso gioca per NYCFC.
In realtà Jason Kreis, proprio da quella stagione allenatore di Salt Lake, non è fin da subito affascinato da Beckerman. Sicuramente apprezzava le sue doti di centrocampista bravo in tutto e forte in niente a.k.a. prototipo perfetto del centrocampista kreissiano©, ma di lui diceva:
"Parlava troppo, e questa non è affatto una caratteristica che mi piace".
Insomma, il bilancio del primo incontro era stato fortemente negativo per entrambi, ma grazie alla testardaggine di Ellinger, alla fine arriva la firma di Kyle Beckerman. A Salt Lake ritroverà il suo compagno a Miami (dove la sua carriera era iniziata) Nick Rimando, portiere mignon (176 centimetri) ma dotato di grandi riflessi, con cui stringerà una forte amicizia:
"Kyle ha portato energia, ha portato un'attitudine vincente. Ed è uno dei ragazzi, se non il ragazzo, che ha reso RSL quello che è oggi"
Questo è ciò che Rimando ci dice di Beckerman. Egli ha una mentalità sempre competitiva, da sempre il massimo e pretende il massimo dai compagni, e non riesce a concepire come qualcuno non possa avere la sua voglia di vincere. Chiunque segua lo sport americano questo ritornello lo ha sentito più volte, è entrato nella mente come nel 2013 ci è entrato il ritornello di Get Lucky (evidentemente i Daft Punk ci avevano fatto il lavaggio del cervello). Larry Bird, Michael Jordan e molti altri leggendari sportivi americani hanno basato la loro carriera. D'altronde Kyle, anche se non al livello dei due superuomini di cui sopra, non ha riscritto la storia dello sport, ma sicuramente ha fatto la storia della MLS, lui che ha giocato in 16 stagioni su 20 della Lega. In tutta la Major League Soccer solo Beckham, Donovan e Kreis hanno fatto di più per la crescita del torneo nordamericano.
Ma che palla ha giocato qui il nostro Beckerman? Third pass geniale per uno dei gol più belli della stagione (e non solo quella nordamericana). Chissà quanti mesi ci hanno passato in allenamento per arrivare a realizzarlo.
Questa mentalità vincente è un riflesso della sua giovinezza.
Partiamo dal presupposto che il piccolo Beckerman ha provato tutti, ma letteralmente TUTTI, gli sport che si potessero provare a scuola. Basket, Lacrosse, Atletica e Wrestling, lo sport in cui era più portato (insieme ovviamente al calcio). E proprio dal Wrestling arriva quel suo volere essere sempre al massimo, e proprio al Wrestling è legato uno degli avvenimenti più significativi della sua gioventù.
A 13 anni, Kyle è qualificato per le semifinali del torneo regionale di Wrestling delle scuole del Maryland. Ma la gara inizia alle 14 e a quella stessa ora inizia l'allenamento della squadra di calcio. Dear daddy, ci sono delle priorità nella vita. E così papà Paul porta il piccolo Kyle all'allenamento, e tanti saluti al trofeo. Il ring lo lascia al fratello, che si è costruito un'onesta carriera di lottatore prima e poi da allenatore dei Browns, squadra di Wrestling.
Ma dove e quando nasce la passione di Kyle Beckerman per il calcio?
Washington, 29 giugno 1994, RFK Memorial Stadium. Quarantatre gradi di temperatura. Il piccolo Kyle, che già seguiva e giocava a calcio, convince il padre a portarlo a vedere la partita tra Arabia Saudita e Belgio, che alla fine consegnerà ad entrambe il passaggio del turno. Non una partita di cartello, ma quello che succederà farà entrare questa partita nella leggenda. Al quinto minuto il fantasista arabo dell'Al-Shabab Saeed Al-Owaiaran prende palla nella sua metà campo e mette in moto il motore. Come un ghepardo nella Savana, Saeed scatta ad una velocità superiore, con una dimostrazione di potenza non comune, che negli anni successivi si vedrà solamente su Weah, il prototipo, e Ronaldo, il prodotto completo, e dopo ottanta metri fulmina Michel Preud'Homme, non un giocatore qualunque, bensì uno dei portieri più forti degli ultimi trent'anni, sicuramente il migliore di quel mondiale, visto il premio Lev Jascin (una sorta di Guanto d'Oro) ricevuto a fine torneo. La reazione che ha avuto Kyle a questo gol è stata la stessa che ho avuto io quindici anni dopo quando l'ho visto in DVD.
Gioia. Molto semplicemente gioia.
Gioia per aver visto una giocata meravigliosa in ogni particolare, perfetta come il volto della donna amata, potente come la voce di Adele e elegante come Xabi Alonso fuori dal campo. E non importa se poi Owaiaran tornato in Arabia e ricoperto di petroldollari si sia infilato in un tunnel di eccessi che lo hanno portato in carcere. Quel giorno in molti si sono innamorati del calcio, quel gol è stato il più bello del mondiale che ha ispirato la nascita della Major League Soccer. Senza quel gol non ci sarebbe stato il Kyle Beckerman calciatore, e forse oggi quelle trecce rasta si troverebbero su un ring della WWE a far finta di ammazzarsi di botte per guadagnare qualche spicciolo.
Un giaguaro inseguito da un koala. Immagine abbastanza strana ma che rende l'idea. Semplicemente infermabile.
Occuparsi di Kyle Beckerman soprassedendo sul suo aspetto fisico è impossibile anche per il più serio e professionale dei giornalisti. Figuratevi per un ragazzino che ha iniziato a scrivere da pochi mesi. Kyle Beckerman rappresenta l'America nuova, quella hipster, che va in giro con i rasta e che si porta come bagaglio a mano per i Mondiali una chitarra, e non una valigia piena di biancheria intima.
Ehi, aspetta un po', questo mi sembra di averlo già visto da qualche parte..... ah si, ora ricordo, era all'ultimo raduno del WWF per la protezione dei panda.
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