Si sa, le finali di solito non sono grandi partite dal punto di vista tattico e tecnico, tanto sono dominate dalla tensione. A maggior ragione lo è un derby, che si ripete a due anni esatti dalla finale di Lisbona, che aveva visto sempre imporsi il Real Madrid, quella volta grazie a Sergio Ramos, che al novantesimo aveva salvato Casillas dalla figuraccia peggiore della sua leggendaria carriera.
Avrei voluto inserire in questo articolo i sei avvenimenti che avrei voluto rivedere l'anno prossimo, ma, mi dispiace, la finale è stata più da Hall of Shame che da Hall of fame.
1-Alicia Keys, o meglio, il coreografo della sua esibizione.
Non che la cantante inglese abbia stonato, o che la sua produzione musicale sia pessima. Il problema è tutto quello che è circolato intorno a lei e alla sua pianola. Ballerini vestiti in maniera assurda, un DJ che mi è parso in tutta sincerità inutile. Un contorno che ha distolto totalmente l'attenzione dalla voce di Alicia, che sembrava quasi un particolare dimenticato all'interno dell'esibizione.
2-La traduzione dell'inno della Champions.
Dai, siete seri? Lo avete fatto veramente? Hanno veramente tradotto in italiano una delle melodie più riconoscibili dalla popolazione europea (e italiana)? Boh.....
3-Lo scontro Filipe Luis-Bale
Il mio non è un discorso di tipo tecnico, perché questi due sono assolutamente indiscutibili, e sono tra i migliori al mondo nel loro ruolo (ovvero Filipe è uno dei migliori terzini, Bale è uno dei migliori extraterrestri umanoidi del calcio mondiale), ma ciò che mi ha sconcertato sono state le loro capigliature. Degli osceni quanto classici capelli lunghi non lavati da mesi con fascia per FL, e un'oscena quanto sorprendente coda di cavallo che manco un indiano cherokee per Bale. A loro discolpa va anche detto che i calciatori ci abituano sempre più a capelli pessimi.
4-Il rigore di Antoine Griezmann
Non è certo da particolari come questo che si giudica un calciatore (come cantava De Gregori), ma il rigore calciato sulla traversa dalla stella francese è stato tirato esattamente come non andrebbe mai tirato. Era chiato che Griezmann volesse togliersi un peso (come Juanfran con l'errore decisivo), tanto che ha calciato il pallone appena ha potuto, senza aspettare. Molto probabilmente Trezeguet, presente sugli spalti di San Siro, ha avuto gli incubi ripensando a quel rigore del 2006 (tra l'altro, Godo ancora per quel mondiale).
5-La simulazione di Pepe
Hall of Shame #Pepe pic.twitter.com/rDDpWRYJ4C
— TheLead (@theleadsports) 29 maggio 2016
Lascio parlare voi, perché quello che vorrei dire non è esattamente gentile.
6-Il metodo per i rigori di Jan Oblak
Oblak si merita comunque la sufficienza per la partita giocata, ha realizzato anche un miracolo nel primo tempo su un tap-in da punizione di Bale. Ed è anche vero che i rigori mettono molto di più sotto pressione i tiratori. Ma la soluzione migliore per affrontare i rigori di una finale della Champions League non è certo quella di fermarsi immobile sulla riga, senza nemmeno provare a parare oppure buttandosi dal lato opposto sempre qualche istante prima che il tiro sia partito.
Abbiamo rivisto in sei istanti la finale. Non che mi aspettavo chissà quale spettacolo, e le mie attese sono state soddisfatte.