La sapete una cosa? Giocare un torneo di calcetto come il nostro è molto probabilmente un perfetto banco di prova per giovani studenti di sociologia. Ogni partita presenta una vastità di persone, di caratteri e di personalità che raccolgono più o meno tutto lo scibile umano. Non mi stupirei se Juan Carlos Ceviani Gravier fosse anche un seguace di Emile Durkheim, oltre a essere un professore di educazione fisica, e che abbia deciso di unire queste sue due passioni creando uno sport che sapesse mettere a nudo l'essere dell'uomo.
Io, nel mio piccolo, ho riconosciuto, mentre guardavo le partite nel mio habitat naturale, ovvero la panchina, quattro tipologie di giocatori di calcetto. Andiamo ad analizzarle:
1-L'AGAMENNONE: Con ogni probabilità, visto che nella maggior parte dei casi corrisponde al miglior giocatore della squadra, si tratta di un giovane dotato di grande talento frustrato per non essere riuscito a giocarsi le sue carte per i più svariati motivi. Sa di essere il più importante dei suoi e non perde occasione per esercitare la sua ὕβϱις, provocando gli avversari in ogni occasione e rendendosi protagonista di gesti non sempre eleganti contro di loro. Inutile reagire alle loro provocazioni, sicuramente prima o poi arriverà la sua νέμεσις.
2-QUELLO SIMPATICO: Primo segnale per riconoscerlo: la sua maglietta è sempre sofferente, costretta ad allargarsi in una maniera esagerata rispetto alla mole per cui è stata progettata. Sempre allegro, alleggerisce il clima della partita con la sua simpatia. Viene molto apprezzato anche dagli avversari. Va bene, non è un grandissimo calciatore, ma per lo meno fa ridere.
3-IL GUARDIOLA: Urla in continuazione ai suoi compagni di squadra schemi che nella sua mente sicuramente porteranno alla vittoria. I compagni inizialmente fanno finta di non sentirlo, ma poi devono cedere alla sua insistenza e seguono passo passo le sue indicazioni. Questo è il momento che aspettava da anni, guidare alla vittoria i suoi anche se non segna più o meno dal 1995. Poi a casa passa la notte a chiedersi come mai i suoi abbiano preso sei gol in tre minuti.
4-IL TIM DUNCAN: Nella sua squadra è tra i migliori, ma soprattutto è il leader umano dei suoi, pur senza alzare mai la voce. Capace di catechizzare gli avversari quando serve, avrebbe avuto un più che roseo futuro pallonaro, se non fosse stato per la mole di infortuni subiti. La sua grande intelligenza gli ha comunque permesso di riciclarsi come studioso di filosofia, dove raccoglie trenta a grappoli. In realtà il torneo è solo una copertura per riuscire a trovare adepti per la sua scuola filosofica, dalle idee rivoluzionarie.
Cari psicoanalisti delle più importanti università americane, non mi dovete di certo ringraziare per questo piccolo studio di sociologia applicata. Questo è un compito che spetta ai geni come il sottoscritto e potevo mica tirarmi indietro, non trovate?
Comunque ci tengo a sottolineare che le quattro tipologie dei calciatori si ispirano agli avversari, quelli della nostra squadra appartengono evidentemente ad un quinto genere che non ho alcuna intenzione di studiare. Solo il carattere numero due è ispirato dalla figura dello scrivente.
Ma passiamo al commento delle due partite giocate in questo periodo. Ricordatevi, veniamo da una vittoria, cosa riuscirà a combinare il nostro unico, meraviglioso, fenomenale, stupendo, metafisico e peripatetico River Plate.
Mercoledì 6 Aprile, Heisenberg FC_River Plate_12:5
"Bella tattica. Non te lo saresti aspettato dal tuo vecchio, vero? È questo che intendevo prima. È stato perseverante. Capisci? Quindi dopo aver messo gli occhi sulla donna che ti interessa devi solo insistere."
-Hank Schrader (Breaking Bad).
Cari fan, dobbiamo fare una confessione.
Su, dai raga, non possiamo continuare a prenderci in giro in questa maniera, prima o poi la verità uscirà fuori.
Allora cari fan, come dicevo, dobbiamo dirvi qualcosa che riguarda questa partita. Si, è vero, abbiamo perso, ma abbiamo dovuto farlo. In sintesi, abbiamo perso apposta.
Ehi, non prendetevela con noi. Lo so, il grande De Coubertin diceva che l'importante è partecipare al meglio delle proprie possibilità. Ma rendetevi conto, giocavamo contro la squadra del terribile spacciatore di metanfetamine Walter White, cosa avremmo dovuto fare?
Cosa state dicendo? L'Heisenberg non si chiama così perché il padrone è WW? Si chiama così solamente perché è una citazione della serie Breaking Bad? Ma porca miseria.... Ragazzi ve lo avevo detto che quelli non erano una squadra di criminali, quelli li abbiamo già sfidati e per poco non è finito all'ospedale. Ma voi avete detto "No no, io ho paura, non voglio morire!". Quando imparerete a non farvi influenzare troppo dalle serie tv?
Si, ok, avete ragione, il primo a farsi influenzare sono proprio io. D'altronde avevo proposto di chiamare la squadra Goliath FC.
Raccontare una partita non è mai una cosa facile, soprattutto se è una sconfitta. Bisogna prendere in considerazione una serie infinita di fattori che hanno fatto pendere l'ago della bilancia da un lato piuttosto che da un altro. Bisogna analizzare in profondità tutte le singole prestazioni ed inserirle in un ben più complesso contesto di squadra. Non è una cosa facile come sembra. Ci vogliono ore e ore dedicate alla revisione della partita, sottoponendo ogni istante al microscopio, per capire cosa potrebbe essere andato storto.
Cazzate, prendete tutto quello che ho detto e scaricatelo dalla vostra mente come fareste nel vostro bagno con i vostri bisogni.
Molto semplicemente non mi ricordo quasi nulla di quella partita. Non è passato molto tempo, due settimane, ma le menti dei ragazzi di oggi sono piene di problemi, e quindi non mi ricordo assolutamente niente.
Purtroppo anche il sito internet di Enjore non riporta il tabellino della nostra squadra. Per ricordarmi chi ha segnato per la nostra squadra ho dovuto rivolgermi ai miei più attenti compagni di squadra.
I nostri cinque gol vedono solo due firme. Un gol da parte di Diego Menniti, tornato al gol dopo un periodo di black-out, e quattro gol da parte di Boro, sempre più protagonista.
No, lo ripeto, quattro gol di Boro. Prestazione ancor più spettacolosa del nostro fenomeno. Ricorda quasi il LeBron James dello scorso anno con i Cavs, nelle finali contro gli imbattibili GSW, quasi da solo capace di mettere pressione agli avversari. O se preferite, visto che siamo nella Sua settimana, ricorda il Kobe Bryant da solo sull'isola delle Finals del 2009.
Una prestazione degna dei migliori, peccato che non sia stata accompagnata dagli altri. Ma spazio al prossimo match.
Mercoledì 13 Aprile, Olanda.74_River Plate_18:0
"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."
-Johan Cruijff
Permettetemi di togliermi, almeno per quel che riguarda questa partita, la mia veste di giullare di corte, incapace di scrivere qualunque cosa che non sia finalizzata alla risata. Riguardo a questa partita voglio essere serio.
Perché abbiamo preso una spazzolata memorabile, e sinceramente non so proprio spiegare cosa avremmo potuto fare meglio.
Loro erano nettamente più forti, e va bene, ma non erano solo più forti, erano anche più bravi. Ogni volta che partivano con il loro juego de posicion versione futsal si ritrovavano sempre con un uomo completamente solo e pronto a tirare, nonostante ciascuno dei nostri si trovasse a marcare un avversario.
Ho sempre ritenuto di saper guardare il calcio con cognizione di causa. Per la prima volta da quando gioco mi sono ritrovato senza una benché minima idea su come fermare gli avversari. Sapevo come giocavano, ma non riuscivo mai a capirlo veramente in fondo.
Non pensavo a come potessimo batterli, pensavo a come potessimo limitarli, e questo sottolinea quanto siano stati semplicemente ingiocabili per noi. Per qualunque amante del calcio arrivare a pensare solamente cosa fare per non perdere troppo vuol dire essere giunto al limite. Chiedete a Robin Schmidt, che comunque è riuscito a fermare il Bayern utilizzando il metodo distruzione.
Ma anche se fossimo riusciti a limitarli, molto difficilmente avremmo subito meno di 10 gol. Ci trovavamo di fronte probabilmente la squadra migliore del torneo, perlomeno quella più difficile da contrastare in difesa. Abbiam fatto quel che abbiam potuto.
Pace interiore a tutti e se vedemo alla prossima. Bye Bye.